BioMonitoraggi

Derivazioni idroelettriche, campionamenti inverno 2022-2023

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Continuano anche nell'inverno 2022-23 i rilievi nei corsi d'acqua interessati dalle derivazioni delle grandi centrali idroelettriche in provincia di Trento con l'obiettivo di valutarne lo stato di qualità ecologica. L'approccio è quello indicato dalla Direttiva Quadro delle Acque con la valutazione degli elementi di qualità biologica diatomee (indice ICMi) e macroinvertebrati (STAR_ICMi), oltre alle analisi chimiche di base (indici LIM e LIMeco) e misura della portata. I dati finora ottenuti dimostrano che la maggior parte dei corsi d'acqua sottesi dalle derivazioni hanno una buona-ottima qualità in quanto, nonostante la portata ridotta, le altre pressioni ambientali sono generalmente basse. Al termine di questa seconda campagna di monitoraggio i dati verranno analizzati nel dettaglio con tecniche statistiche più avanzate del semplice calcolo degli indici.   

Studio multitassonomico nelle peccete della Val di Sole

sporofiti di Polytrichum

Nel periodo estivo del 2022 sono stati eseguiti dei rilievi di briofite nei boschi di abete rosso della Val di Sole includendo il Parco dello Stelvio. Il lavoro, svolto in collaborazione con l’Università di Padova, aveva l’obiettivo di testare l’importanza di fattori antropici e naturali sulla biodiversità con un approccio multitassonomico che includeva anche le briofite. Dal lavoro sono emersi dei trend interessanti per quanto riguarda la ricchezza di specie, che è maggiore laddove sono presenti grossi blocchi detritici che aumentano i microhabitat disponibili per le briofite. I risultati sono in corso di analisi e saranno presto pubblicati su una rivista scientifica.   

E’ online la banca dati sulla distribuzione delle briofite in Alto Adige

Sfagno


A conclusione del progetto BRIOCOLL finanziato dal Fondo per la Ricerca dei Musei dell’Alto Adige, è stato messo online l’intero database sulla distribuzione delle briofite. La piattaforma in cui visualizzare il database è il portale www.florafauna.it, in cui sono tra l’altro disponibili anche le piante vascolari, e diversi gruppi faunistici come aracnidi, insetti, anfibi, rettili, mammiferi e recentemente anche uccelli. La banca dati briofite è il risultato di diversi anni di lavoro in cui sono stati digitalizzati tutti i dati disponibili in Provincia, derivanti da collezioni, letteratura, progetti, rilievi di campo etc. Le specie presenti sono circa 900, per un totale di oltre 44000 records relativi a diversi ambienti, altitudini, collezionisti e date. Dal portale è possibile selezionare la specie di interesse, vederne la distribuzione, e per la maggior parte sono disponibili anche una o più fotografie. Con questo contributo alla conoscenza delle briofite, la provincia di Bolzano ora è il territorio meglio conosciuto d’Italia.

 

Rilievo delle macrofite nei fiumi Mediterranei

Cipro


Nel corso dei rilievi delle macrofite nei fiumi dell’isola di Cipro sono emerse diverse e interessanti segnalazione floristiche di specie non note prima di questo lavoro. Un esempio è la pianta vascolare alloctona Tradescantia fluminensis, specie di origine tropicale rinvenuta sul bordo dell’alveo in alcuni torrenti ombrosi. La specie non pare in espansione nell’isola anche se in alcuni contesti è considerata invasiva. Una seconda specie alloctona di cui si conferma la presenza anche in habitat naturali è Cyperus involucratus, ciperacea di media statura che si trova in luoghi almeno temporaneamente umidi. Ma nel corso degli anni sono state trovate anche ben 5 nuove specie di briofite, chiara dimostrazione che l’isola offre ancora tanto da scoprire!  

Spitale D. & Papatheodoulou A. 2019. First record of the invasive Tradescantia fluminensis Vell. (Commelinaceae) in three rivers in Cyprus Cypricola 11: 1–7. 8-Jan-2019. Link

 

Effetto delle piante invasive della fascia ripariale sugli invertebrati acquatici

Ripa


La zona riparia è un habitat complesso che connette l’ambiente acquatico con quello terrestre regolandone i processi. La natura dinamica delle zone ripariali le rende particolarmente sensibili all’invasione da parte di piante non native, e quindi possono funzionare come vie di collegamento veloce per la diffusione di queste specie. L’impatto di queste piante è stato ampiamente dimostrato, e comprende una diminuzione della biodiversità, un’alterazione della rete trofica sull’ecosistema terrestre, ma anche effetti negativi su servizi ecosistemici come l’impollinazione e l’utilizzo ricreativo dei fiumi. In un recente articolo pubblicato su Freshwater Biology, Seeney e colleghi puntualizzano il fatto che piante fortemente invasive come Fallopia japonica e Impatiens glandulifera sono addirittura in grado di modificare la struttura della comunità macrobentonica e quindi potenzialmente anche la classificazione dello stato ecologico secondo quanto descritto nella Direttiva Quadro delle Acque (WFD). Lo studio ha dimostrato che laddove la copertura delle piante invasive era molto elevata, la diversità dei macroinvertebrati si riduceva fino a 33% rispetto alle aree di controllo, e questa riduzione si traduceva in un peggioramento qualitativo dello status ecologico.

Seeney, A., Pattison, Z., Willby, N. J., Boon, P. J., & Bull, C. D. (2019). Stream invertebrate diversity reduces with invasion of river banks by non‐native plants. Freshwater Biology, 64(3), 485-496.