Presentato un modello predittivo per la presenza di una specie di muschio rara dell’Allegato II della Direttiva Habitat.
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Buxbaumia viridis è un muschio raro che ha una distribuzione sporadica in habitat montani dell'emisfero boreale, dall'Asia sud orientale al Nord America occidentale. In Europa è elencata in numerose Red List nazionali e la specie è compresa nell'Allegato II della Direttiva Habitat. Pertanto, essendo specie di interesse comunitario, la sua conservazione richiederebbe la designazione di Zone Speciali di Conservazione (ZSC). E’ una specie che preferisce legno in avanzato stato di decomposizione in boschi freschi e umidi. La presenza di Buxbaumia viridis in Alto Adige era quasi completamente sconosciuta, essendo questa basata su tre soli dati storici. Nell’ambito del progetto "Valutazione dell’integrità degli ambienti forestali altoatesini mediante l’analisi delle briofite", finanziato dalla Provincia Autonoma di Bolzano (Ripartizione Diritto allo studio, Università e Ricerca scientifica), è stato condotto uno studio specifico per aggiornare la distribuzione della specie in provincia e studiarne l’ecologia. Il lavoro ha permesso di accertare la presenza della specie in 14 siti identificandone anche la sua nicchia ecologica. La distribuzione della specie in provincia, limitata ai boschi di conifere (prevalentemente peccete), è determinata dalla piovosità nel sito, l’esposizione, la canopy forestale e la quantità di legno morto. In particolare, la probabilità di trovare la specie in boschi con meno di 10 m3/ha di legno morto è molto bassa (intorno al 5 %), mentre se questa supera i 30 m3/ha la probabilità sale a oltre il 60 %. Questo risultato conferma che la specie può essere utilizzata come bioindicatore di un modello silvicolturale che mira alla funzionalità dell’ecosistema forestale. Lavoro pubblicato su Plant Biosystems - An International Journal Dealing with all Aspects of Plant Biology |
Linee guida per i piani di monitoraggio derivazioni idriche
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Con il Provvedimento di Dirigente dell’Agenzia n. 55 di data 4 settembre 2015 sono state approvate le Linee guida per la definizione dei piani di monitoraggio relativi alla valutazione degli effetti delle derivazioni idriche sullo stato di qualità dei corpi idrici superficiali. I piani di monitoraggio presentati dal concessionario saranno concordati, seguiti e validati dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA). Con riferimento all’articolo 2 comma 7 e l’articolo 3 comma 1 del Piano di Tutela delle Acque, il richiedente la nuova concessione sarà tenuto ad eseguire delle analisi specifiche volte a dimostrare che le nuove opere consentano di mantenere lo stato di qualità del corpo idrico. Il Piano di Monitoraggio dovrà contenere: 1 descrizione del gruppo di lavoro (soggetto proponente, responsabile del PMA, professionisti coinvolti e loro competenze); 2 criteri di scelta della tipologia di monitoraggio; 3 analisi delle pressioni; 4 monitoraggio delle portate; 5 elenco metodi di valutazione della qualità; 6 localizzazioni delle stazioni di monitoraggio; 7 durata e frequenza del monitoraggio; 8 elenco documentazione di monitoraggio a supporto delle valutazioni. Il PMA specifica che Il richiedente la nuova concessione dovrà indicare i professionisti coinvolti ovvero il responsabile del PMA. Il personale che attuerà tali tipi di analisi dovrà essere qualificato e in possesso di idonea esperienza per l’applicazione delle metodologie previste dalle linee guida. Maggiori informazioni sulle Linee guida piani di monitoraggio derivazioni idriche le puoi trovare sul sito di APPA Trento |
Programma open source per il calcolo dell'indice macroinvertebrati STAR_ICMi, diatomee ICMi e macrofite IBMR
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Per la classificazione dei corpi idrici fluviali secondo il D.Lgs. 152 del 2006 si utilizzano, per la definizione dello stato ecologico, gli Elementi di Qualità Biologica (EQB) macroinvertebrati, diatomee, ittiofauna e macrofite. Per quanto riguarda i macroinvertebrati, il calcolo dell'indice STAR_ICMi viene effettuato mediante il software MacrOper.ICM, sviluppato dal CNR-IRSA e scaricabile previa registrazione. Per il calcolo dell'indice ICMi diatomee, lo strumento più utilizzato è il software privato Omnidia, che calcola decine di indici diatomici tra cui i due (IPS e TI) che servono per il calcolo dell'ICMi. Al fine di creare uno strumento omogeneo in grado di calcolare qualsiasi indice anche di futuro sviluppo, sono stati sviluppati tre software, mediante la piattaforma statistica open source R, in grado di calcolare l'indice STAR_ICMi, ICMi e IBMR L'utilizzo dei software è di facile comprensione anche ai non utenti di R e sono disponibili previa richiesta all'autore (Daniel Spitale) che fornirà l'assistenza necessaria. |
Nuovo manuale sul rilevamento e la mappatura delle unità morfologiche presenti in un corso d’acqua
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L’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha pubblicato il manuale SUM (Sistema di rilevamento e classificazione delle unità morfologiche dei corsi d’acqua) rientra nel più ampio sistema di valutazione idromorfologica, analisi e monitoraggio dei corsi d’acqua IDRAIM (RINALDI et al., 2014). L’IDRAIM rappresenta un sistema complessivo di analisi, valutazione post-monitoraggio e di definizione delle misure di mitigazione degli impatti ai fini della pianificazione integrata prevista dalle Direttive 2000/60/CE e 2007/60/CE. Il SUM rappresenta una componente aggiuntiva di IDRAIM da utilizzare a supporto della classificazione e caratterizzazione delle condizioni morfologiche del corso d’acqua. Il manuale, a cura di M. Rinaldi, B. Belletti, F. Comiti, L. Nardi, L. Mao e M. Bussettini rientra nella categoria dei metodi di rilevamento degli habitat fisici (physical habitat survey). Il manuale sviluppa una nuova metodologia, specifica per il rilevamento e la mappatura delle unità morfologiche presenti in un corso d’acqua, in linea con l’attuale stato dell’arte nel campo della geomorfologia fluviale. Tra le varie applicazioni, il rilevamento delle unità morfologiche e l’utilizzo di specifici indici sintetici (indici SUM) potranno affiancarsi alla valutazione condotta attraverso l’IQM, favorendo quindi un’integrazione tra le conoscenze relative alle condizioni idromofologiche alla scala di tratto, le caratteristiche morfologiche alla scala delle unità e le condizioni biologiche. Il manuale completo può essere scaricato dal sito dell’ISPRA |