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Il comportamento dell’indice STAR_ICMi e i rischi di una errata classificazione

Abstract


Sulla rivista Knowledge and Management of Aquatic Ecosystems, è stato appena pubblicato un articolo sul comportamento dell'indice STAR_ICMi - macroinvertebrati. Nel lavoro viene esaminata la relazione tra il valore dell’indice e il numero di individui conteggiati, e si è dimostrato che il confronto è valido solo tra campioni di eguale numerosità. Dato che l’indice è fortemente dipendente dal numero di individui conteggiati, e il valore aumenta all’aumentare degli individui, il confronto è corretto solo se effettuato su campioni simili. C’è il concreto rischio che in molti casi la classificazione dei corpi idrici possa essere errata, in quanto effettuata conteggiando un numero diverso di individui. Tale situazione potrebbe essere risolta utilizzando un protocollo che indichi precisamente il numero minimo di individui da contare (700 individui è il target proposto). In questo modo lo “sforzo di campionamento” è comune tra tutti i campioni, e il confronto è corretto. Nei casi in cui il campione esaminato è più abbondante, è sempre possibile calcolare il valore dell’indice mediante tecniche numeriche (rarefazione del campione). Da notare che la prescrizione di utilizzare uno sforzo di campionamento sempre uguale tra i campioni, è già imposta nell’indice ICMi diatomee (e pari a 400 individui). E’ quindi curioso che il problema non sia stato riconosciuto in tutti i gruppi utilizzati per la classificazione dei corpi idrici.   

Il secondo aspetto importante evidenziato nell’articolo è che, come qualsiasi altro indice ecologico, anche lo STAR_ICMi è soggetto ad una certa incertezza. Anche se si ripetesse il campionamento nello stesso corpo idrico, nello stesso tratto, nello stesso momento, con la stessa identica tecnica e lo stesso operatore, l’applicazione dell’indice non darebbe mai dei risultati identici. Ciò è dovuto alla variabilità naturale che è sempre presente in tutti gli ambienti. Mentre questa variabilità non è problematica se il valore si colloca nella posizione centrale della classe, può invece avere delle serie conseguenze se è posto al confine tra la classe buona e sufficiente. Il problema non è mai stato affrontato in maniera organica a livello ISPRA, mentre è stato in riconosciuto in alcune Agenzie per la Protezione dell’Ambiente che hanno rimediato imponendo delle soglie empiriche (p.e. “buono instabile”). Nell’articolo viene testato un metodo, peraltro già ampiamente utilizzato in altri contesti, per  calcolare il grado di incertezza nell’indice STAR_ICMi. Tale metodo numerico può essere sempre applicato purché il campione sia stato analizzato in maniera esauriente, cioè esaminando l’intero campione. In questi casi, fornire il grado di incertezza dell’indice è fortemente consigliato in quanto permette di interpretare con maggior sicurezza classificazioni altrimenti ambigue.   

Scarica l'articolo open access dal sito della rivista KMAE: Performance of the STAR_ICMi macroinvertebrate index and implications for classification and biomonitoring of rivers